27 July 2024
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La fuga del ’62 da Alcatraz, progettata per mesi, e la misteriosa fine degli evasori

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  • Agosto 24, 2022
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La fuga del ’62 da Alcatraz, progettata per mesi, e la misteriosa fine degli evasori

Evadere da un carcere può essere una cosa difficile, soprattutto con le nuove tecnologie, e pericolosa, figuriamoci ad Alcatraz, il penitenziario più sicuro al mondo. Degli evasori non si sa molto, ma una cosa è certa: avevano una mente fuori dal comune.

Alcatraz, il penitenziario più sicuro al mondo

La prigione di Alcatraz, o meglio conosciuta Alcatraz, fu una prigione attiva dal 1934 al 1963 a 2 km dalla costa di San Francisco, California. Nel corso dei suoi 29 anni di attività ospitò 1576 detenuti che creavano problemi in altre carceri tra cui il boss mafioso Al Capone. Sull’isola non erano presenti solo le celle, ma uffici e case per dipendenti e famiglie. Era divisa in 4 blocchi di celle: l’ufficio delle guardie, la sala delle visite, la biblioteca e il barbiere.

Il carcere sull’isola

Le celle della prigione misuravano 2.7 x 1.5 metri e avevano un’altezza di 2.1 metri; esse si presentavano primitive e mancavano di qualsiasi privacy, con un arredamento essenziale composto da un letto, un tavolo, un lavandino e un water appoggiato al muro di fondo. Gli afroamericani erano detenuti a parte dagli altri prigionieri per abusi razziali. A causa degli alti costi, il penitenziario venne definitivamente chiuso il 21 marzo 1963. In 36 provarono a evadere: 23 vennero ripresi, 6 vennero uccisi, 2 annegarono e 5 (compresi i protagonisti di questa storia) sono dispersi.

I protagonisti

Questa evasione venne compiuta da 4 persone: Frank Lee Morris, John e Clarence Anglin e Allen West.

Frank Lee Morris

Frank Lee Morris divenne orfano a soli 11 anni. Dopo un test in prigione risultava più intelligente rispetto alla norma. Ad Alcatraz nella sezione “crimini commessi” riporta “Delinquenza giovanile-2; Fuga-2; Effrazione-1; Furto-1; Possesso di narcotici e furto di armi-1; Lotta illegale e furto in banca-1.

Frank Lee Morris

John e William Anglin

I fratelli Anglin nacquero in una famiglia di contadini, fin da quando erano piccoli erano inseparabili. Erano ottimi nuotatori. Negli anni ’50 iniziarono a compiere furti e a rapinare banche, senza mai ferire nessuno. Vennero catturati nel 1958 dopo una rapina con un’arma giocattolo. Dopo una serie di tentativi di fuga dalle carceri di Atlanta, i fratelli vennero trasferiti ad Alcatraz.

Allen West

Imprigionato per furto, Allen West, dopo un tentativo di evasione fallito in Florida, venne trasferito ad Alcatraz.

L’evasione

L’idea di una fuga nacque nel dicembre 1961 con Morris a capo di tutto. Finalmente nel giugno del 1962, con un cucchiaio rubato e un trapano costruito con un’aspirapolvere rubato, riuscirono a scavare un condotto che partiva dal lavandino. Per nascondere il buco dipinsero dello stesso colore delle carte da gioco e le misero nella parte interessata e per non far sentire il trapano, i 4 scavavano sempre nell’ora di musica.

una delle celle dalla quale riuscirono a fuggire

Quando il buco era abbastanza grande da far passare una persona decisero di attuare il piano. L’ultimo ostacolo erano i rivetti che tenevano la griglia del condotto, che riuscirono a eliminare con facilità. Per nascondere la loro assenza piazzarono delle teste di cartapesta e decorate con una mistura di sapone, dentifricio, polvere di calcestruzzo e carta igienica. Per farle sembrare ancora più realistiche incollarono dei capelli veri rubati dal barbiere.

Una delle teste originali

L’11 giugno 1962

Nella notte dell’11 giugno 1962 accadde l’impensabile: la fuga da Alcatraz si stava concretizzando. Tuttavia non tutto andò come doveva andare: il foro fatto da West si rimpicciolì a causa del cemento messo per camuffarlo e, riuscito a scappare, si accorse che era già l’alba e rientrò confessando il tutto alle guardie.

Dal corridoio Morris e i fratelli scalarono il condotto di areazione. Le guardie sentirono un tonfo ma non vi diedero peso. Discesero per 15 metri attraverso una ventola della cucina e poi risalirono per 3,6 metri oltre i cancelli esterni. Raggiunsero una zona buia e non controllata dalla torretta. Alle 22:00 il gruppo si mise a bordo della zattera fatta con 50 impermeabili gonfiati e legati. L’obiettivo stava a 3,2 km di distanza.

Il condotto, immagine di Tom.k condivisa con licenza CC BY-SA 3.0

La fuga venne scoperta la mattina del 12. Il direttore del carcere non si preoccupò più di tanto perché sosteneva che nessuno poteva sopravvivere in quelle acque gelide. Guardie e militari erano occupati nella ricerca. Nei giorni seguenti vennero recuperati un foglio protetto nella plastica con stampate le foto degli amici degli Anglin, un impermeabile e pezzi dell’imbarcazione. L’FBI li diede per dispersi.

Poster del ricercato John Anglin

Al pubblico, per mantenere la calma, dissero di aver trovato i corpi dei fratelli, cosa che non accadde mai. L’ipotesi che fossero ancora vivi cresceva di giorno in giorno, non trovando corpi.

Avvistamenti

Dopo la fuga ci furono molti avvistamenti che fecero avanzare l’ipotesi del salvataggio:

  • Il giorno dopo la fuga John Anglin chiamò un avvocato per organizzare un incontro con la polizia. Dopo che l’avvocato rifiutò, John chiuse bruscamente la chiamata.
  • Nel 1965 ci furono degli avvistamenti del fratello Clarence in Brasile. L’FBI spedì militari, ma con scarsi risultati.
  • Nel ’67 un anonimo telefonò e disse di essere un amico di scuola di Morris e di averlo visto nel Maryland. Diede una piccola descrizione e non aggiunse altro.
  • Ai familiare degli Anglin arrivavano spesso lettere, per esempio a natale arrivò una lettera che diceva: “A mamma, da John. Buon Natale”. A ogni festa della mamma arrivava sempre un mazzo di fiori anonimo e alla sua morte nel 1973 due donne con un trucco inusuale parteciparono al suo funerale per poi scomparire. Alla morte del padre si presentarono due stranieri con la barba e Robert, fratello dei due, disse: “Rimasero di fronte alla bara guardando il corpo per alcuni minuti e poi se ne andarono”.

Una storia lunga, confusa e ricca di incertezze avente come protagonisti prigionieri dotati di grande astuzia e intelligenza, la cui fine rimane e rimarrà per sempre un grande mistero.

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Riccardo Falconi

Ciao, sono Riccardo Falconi e sono il creatore di Mysterius.it. Scrivo articoli e creo video tratti dagli articoli. I misteri, fatti storici e racconti mi incuriosiscono. Gestisco le pagine Instagram, YouTube e Facebook del sito.

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