18 April 2024
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Non solo i ‘Vip’ contemporanei amano farsi tatuare, ma anche nomi importanti del passato hanno scelto di decorare il loro corpo in maniera indelebile

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  • Maggio 15, 2021
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Non solo i ‘Vip’ contemporanei amano farsi tatuare, ma anche nomi importanti del passato hanno scelto di decorare il loro corpo in maniera indelebile

L’ex primo ministro inglese avrebbe avuto un’ancora tatuata sul braccio. Scriviamo ‘avrebbe’ perché – anche se si tratta di una notizia riportata da diversi media britannici – dal Churchill Centre, come precisato dalla ‘BBC’, in realtà, hanno fatto sapere di non avere trovato prove che lo attestino.

Winston Churchill, così come altri celebri statisti con alle spalle una carriera militare aveva un’ancora, proprio come quella di Braccio di Ferro, tatuata sull’avambraccio, eredità degli anni passati da corrispondente tra Cuba, India e Sudafrica.

Dal Regno Unito ci spostiamo in Russia, dove lo zar Nicola II aveva un dragone sul braccio destro. Si sarebbe trattato di un ‘souvenir’ di un viaggio in Giappone alla fine dell’800. Ma, come l’ultimo imperatore russo, anche altri leader del passato sono ricordati per i loro tatuaggi. E se Alessandro I di Jugoslavia sul petto aveva un’aquila araldica, i re britannici Giorgio V e Edoardo VII avevano una Croce di Gerusalemme sul braccio.

Immagine di Vitautas777 tramite Wikipedia.org condivisa con licenza CC BY-SA 4.0

Anche tra i presidenti americani non mancano i tatuati. Il 26esimo presidente degli Stati Uniti e vincitore del premio Nobel per la Pace Theodore Roosevelt, ad esempio, aveva lo stemma di famiglia disegnato sul petto.

Da segno punitivo a espressione di sé

La storia dei tatuaggi è lunga e complessa: nella Grecia e nella Roma antiche, il tatuaggio è stato utilizzato perlopiù a scopi punitivi e come stigma per marchiare fuggiaschi o prigionieri di guerra. Con la diffusione del Cristianesimo, che ripudiava ogni forma di marchio sul corpo, il tatuaggio perde invece la sua importanza, ma nonostante tutto è resistito durante il Medioevo dove, ironia della sorte, era particolarmente in voga fra i pellegrini. Per tutto il periodo moderno, il tatuaggio ha mantenuto soprattutto un significato punitivo ed è stato usato per marchiare gli individui al margine della società, come prostitute, criminali e schiavi.

Ma una nuova fase di popolarità e di diffusione è cominciata a partire dal Sette e Ottocento, quando il tatuaggio è tornato in Europa a seguito delle esplorazioni e delle scoperte in Estremo Oriente e in Polinesia. Più di recente, il tatuaggio è diventato invece l’emblema dei grandi cambiamenti culturali che hanno stravolto il sistema politico-sociale globale a partire dagli anni ’60 del Novecento.

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Erienzo Lancini

Buongiorno, sono Erienzo Lancini. Scrivo per Mysterius.it da quando è nato. Spesso contatto gente per fare video.

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