2 August 2025
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Omaggio a Ozzy Osbourne

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  • 24 Luglio 2025
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Omaggio a Ozzy Osbourne
Ozzy Osbourne
Ozzy Osbourne – Licenza Creative Commons

Quando l’altro ieri ho letto su X che Ozzy Osbourne, fondatore con il gruppo Black Sabbath dell’heavy metal, fosse morto, non volevo credere a ciò che stessi leggendo. Pagine e pagine si sono scritte sul Principe delle Tenebre, non considerando gli attacchi feroci dei critici musicali verso la propria band:

“Just like Cream! But worse… the whole album is a shuck — despite the murky songtitles and some inane lyrics…” – Lester Bangs – Rolling Stone

[Trad. ITA] “Proprio come i Cream! Ma peggio ancora… l’intero album è una schifezza, nonostante i titoli poco chiari e alcuni testi insulsi…” – Lester Bangs – Rolling Stone

La carriera di Ozzy è stata insolitamente lunga e ricca dai colpi di scena; da notare infatti che tra il primo album, l’omonimo Black Sabbath (1970), e Patient Number 9 (2022), il suo ultimo album solista, passano ben 52 anni, ricchi di cantanti e band emergenti. Anche quando venne snobbato dalla nuova scena grunge e punk anni ’90, venendo rifiutato dal festival Lollapalooza, Ozzy decise di non isolarsi in maniera elitaria, ma di fondare un proprio festival, l’Ozzfest, ricco di nuove e vecchie leggende del rock pesante e dell’heavy metal.

I Black Sabbath

La leggenda di Ozzy Osbourne ha inizio a Birmingham alla fine degli anni ’60. Nel 1968, insieme a Tony Iommi (chitarra), Geezer Butler (basso) e Bill Ward (batteria), fondò i Black Sabbath, la prima band propriamente metal della storia. In un’epoca dominata dalla psichedelia e dal rock classico, i Sabbath portarono qualcosa di nuovo: suoni cupi, testi ossessivi, riff pesanti. Il loro primo album, Black Sabbath, pubblicato curiosamente un venerdì 13, fu il seme dell’heavy metal.

Paranoid (1970) fu il vero primo successo della band britannica; l’lp conteneva pietre miliari della musica occidentale come War Pigs, Iron Man e Paranoid. Con Ozzy alla voce, i Black Sabbath ridefinirono il concetto di “oscuro” nel rock, affrontando temi allora tabù come la guerra, la follia e l’occulto. La sua voce, né tecnicamente perfetta né convenzionale, si rivelò perfetta per le atmosfere grezze e dense del gruppo. La sua figura, a metà tra il folle e il profeta, divenne centrale nell’immaginario della band.

Negli anni successivi, i Black Sabbath pubblicarono album fondamentali come Master of Reality (1971), Black Sabbath, Vol. 4 (1972), Sabbath Bloody Sabbath (1973) e Sabotage (1975). L’influenza che esercitarono su generi futuri dell’heavy metal è incalcolabile.

Tuttavia, mentre la musica continuava ad avere successo, la vita privata di Ozzy precipitava. Caduto nell’abuso di alcol e di droghe, Ozzy era diventato il fantasma di sé stesso. Dopo l’album Never Say Die! (1978), artisticamente più debole, la rottura diventò inevitabile. Nel 1979, dopo ripetuti episodi di inaffidabilità e assenza, Ozzy Osbourne fu ufficialmente licenziato dai Black Sabbath.

La Carriera da Solista

Dopo essere uscito dai Black Sabbath, Ozzy decise di intraprendere la carriera solista, debuttando nel 1980 con Blizzard of Ozz, album che segnò un punto di svolta e una rinascita artistica grazie alla collaborazione con il giovane ed estremamente talentuoso chitarrista Randy Rhoads. Il disco include brani iconici come Crazy Train e Mr. Crowley, diventati classici del rock. L’anno seguente pubblicò Diary of a Madman che confermò la loro intesa: Rhoads univa tecnica classica e sopraffina all’heavy metal in uno stile unico e irreplicabile.

Il 19 marzo 1982, durante una pausa del tour in Florida, la band si fermò a una proprietà con un hangar privato. Il bus che veniva utilizzato per i tour era parcheggiato nelle vicinanze quando Andrew Aycock, il pilota e autista del tour (che aveva già problemi con la droga), decise di fare un volo con un piccolo aereo insieme a Randy Rhoads e alla truccatrice Rachel Youngblood.

Per spaventare Ozzy e compiere uno scherzo all’apparenza innocuo, Aycock tentò più volte di passare radente sopra il bus. Durante il terzo passaggio, l’aereo colpì il veicolo, perse il controllo e si schiantò contro un edificio, uccidendo sul colpo Randy, Rachel e il pilota. Randy Rhoads aveva solo 25 anni.

La notizia distrusse Ozzy. In preda allo shock, fu trovato rannicchiato e inconsolabile tra le lacrime. Nei suoi libri e interviste, Osbourne ha raccontato spesso quanto quella perdita lo abbia segnato profondamente: “Quando è morto Randy, è morta anche una parte di me.” Per giorni non riuscì a parlare o mangiare, e cadde in una spirale di dolore, alcool e depressione.

Nonostante il lutto, Ozzy continuò la sua carriera artistica. Nel 1991 uscì No More Tears, uno dei suoi dischi più acclamati, con brani maturi come Mama, I’m Coming Home e No More Tears. Pur senza Randy, il fantasma del suo stile e della sua eredità musicale continuava ad aleggiare sull’opera di Ozzy.

Ozzy Osbourne | Ozzfest '98
Ozzfest ’98 | Immagine gentilmente concessa da ozzy.com

Per spiegare la longevità del rocker britannico, è stato sequenziato interamente il suo DNA: sono state trovate mutazioni sull’alcool deidrogenasi e su migliaia di altri geni, alcune mai viste prima. Sono noti a molti, infatti, i suoi problemi di alcolismo e tossicodipendenza: dallo sniffare formiche, a una chiacchierata con un cavallo (che lo ha mandato a quel paese), fino ad arrivare allo staccare a morsi la testa di un pipistrello e, un anno prima, di due colombe.

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Nonostante sia stato soprannominato più volte satanista, Ozzy era un associato della Church of England e non mancava mai di indossare la croce in metallo forgiata dal padre per scacciare le maledizioni dei satanisti stessi. L’ennesimo paradosso di una vita piena di eccessi e di controversie (e di ottima musica).

Back to the Beginning – L’ultimo concerto di Ozzy

Il concerto conclusivo Back to the Beginning, tenutosi a Birmingham, sua città natale, il 5 luglio scorso (17 giorni prima della sua scomparsa), è la fine più autentica e gloriosa che Ozzy potesse immaginare e desiderare. Colui che si dimostrava forte e terribilmente spaventoso, ora, debole e malato, utilizza le ultime energie rimaste per un concerto conclusivo da pelle d’oca. Non solo per le band presenti, tra cui Metallica, Slayer e Pantera, non solo per l’energia trasmessa da un uomo che si accorge che la sua vita sta volgendo al termine, ma anche per il gesto conclusivo di Ozzy: devolvere tutto il ricavato (140 milioni di sterline, pari a 160 milioni di euro) verso la lotta contro il Parkinson.

L’uomo duro e inscalfibile si dimostra ancora una volta buono e umano.

Grazie di tutto, principe delle tenebre

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Marco Piccinelli

Buongiorno, sono Marco Piccinelli, un appassionato di tecnologia, musica rock e matematica.

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