La scuola italiana è stressante: dati, cause e prospettive per un cambiamento necessario
Finito il liceo scientifico, sono qui per tirare le somme. La scuola italiana è davvero così stressante come viene descritta dai media oppure si tratta di un’allucinazione collettiva? Nel corso del mio ultimo anno di scuola, ho deciso di accumulare una serie di dati volti a fornire un esempio concreto della prospettiva degli studenti.
Importante è sottolineare che questa mia ricerca ed analisi non abbia valore a livello statistico, in quanto sarebbe necessaria una mole altamente maggiore di dati per pubblicare un vero e proprio studio.
Contenuti
Prima parte
Analisi della frequenza delle valutazioni
Questo grafico rappresenta il numero totale di voti assegnati in una classe del liceo scientifico lungo cinque anni. Il primo anno ha poco valore in quanto le lezioni erano tenute in didattica a distanza (DaD) così come i voti, dunque erano di meno e con meno valore: sebbene non esistesse ancora ChatGPT copiare era molto più fattibile al tempo! Ricordo con dispiacere che, riattivando la scuola in presenza solo a maggio, moltissime verifiche arretrate erano state svolte in presenza e tutte assieme, aumentando lo stress generale.
Come ben visibile dal grafico a barre verticali, ho effettuato una divisione tra primo quadrimestre e secondo pentamestre. Per la Lombardia le date limite erano le seguenti:
- Primo periodo scolastico: 12 settembre 2024 – 21 dicembre 2024
- Secondo periodo scolastico: 7 gennaio 2025 – 7 giugno 2025
Sperando di non aver commesso errori nel conteggio dei giorni scolastici, nell’anno scolastico appena terminato, i giorni scolastici effettivi erano 86 nel primo quadrimestre e 114 nel secondo pentamestre; sommandoli si arriva ai famosi 200 giorni obbligatori per legge, a cui ogni scuola deve sottostare.
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Analisi per materia
Per il biennio le ore settimanali erano così divise:
Nel caso del mio particolare liceo, nel biennio le ore settimanali erano 28 in quanto era prevista un’ora aggiuntiva di potenziamento della lingua inglese.
Ogni scuola nel piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) stabilisce il numero di valutazioni minime previste per ciascuna disciplina. Nel caso della mia scuola di provenienza queste erano pari a:
- Italiano: 4 / 5
- Latino: 4 / 5
- Inglese: 3 / 5
- Geostoria (Biennio): 2 / 3
- Storia (Triennio): 2 / 3
- Filosofia (Triennio): 2 / 3
- Matematica: 4 / 4
- Fisica: 2 / 3
- Scienze: 2 / 3
- Disegno e Storia dell’arte: 2 / 3
- Educazione Fisica: 2 / 3
- Religione: 1 / 1
- Educazione Civica: 2 / 3
Elaborando le premesse risulta che il numero minimo di valutazioni nel primo periodo scolastico fosse di 29,2 e nel secondo di 39,8; nella realtà la media del numero di voti è stata di 41,0 (il 40,4% in più) nel primo quadrimestre e di 56,2 (il 41,2% in più).
Di seguito i dati per materia:
- Italiano: +33,3%
- Latino: +28,8%
- Inglese: +37,5%
- Storia [1] : +36,0%
- Filosofia: +40,0%
- Matematica: +47,5%
- Fisica: +52,0%
- Scienze: +48,0%
- Disegno e Storia dell’arte: +104,0%
- Educazione Fisica: +28,0%
- Religione: +0%
- Educazione Civica: +24,0%
Da ciò se ne deduce che i voti minimi necessari siano stati ampiamente superati ogni anno scolastico per tutte le discipline (escludendo religione, sono state svolte almeno il 24% di verifiche in più per disciplina).
Analisi per mese
Molti studenti italiani lamentano che le verifiche vengano concentrate, senza una logica, nei mesi conclusivi dei periodi scolastici, come dicembre e maggio. Ciò è ben evidenziabile in questo grafico a colonne. Sebbene giugno sia il “mese” finale, esso è solitamente composto da solo pochi giorni: 15 valutazioni in questo mese significa in media 3 valutazioni in solamente 5/6 giorni scolastici.
Considerando, poi, che nel triennio le valutazioni sono state sempre almeno 100 (media: 103) significa che è stata tenuta la media di oltre 1 verifica ogni 2 giorni! Per tutto l’anno!
Seconda parte
La Maturità
Fin dal primo giorno di scuola ho deciso di tracciare il numero di volte che i miei prof avessero detto “Maturità”, “Esame di maturità” o “Esame di stato”. Essendomi assentato da scuola durante l’anno ben 24 volte, l’aiuto di alcuni miei fidati compagni di classe è stato prezioso ed utile per la realizzazione di questa statistica.
Una volta stabilito il numero per ogni disciplina, ho diviso quel valore per il numero di ore di ciascun insegnante ricavando il valore medio orario.
Da questi grafici si evince che, sebbene il primo quadrimestre sia stato relativamente tranquillo, nel secondo periodo scolastico l’ansia generata dai docenti è stata perfino superiore a quanto mi aspettassi: perfino io avevo ansia per l’orale!
Personalmente, ho ritenuto il maggio della quinta uno dei più tosti di tutta la mia esperienza scolastica: un mese dove si dovrebbe ripassare per la maturità e fare mappe e schemi assieme ai professori è stato trattato come un qualunque maggio. Le attività propedeutiche all’esame di stato, non considerando il corso di matematica di 10 ore de facto obbligatorio, sono state svolte in maniera frettolosa e nell’ultima settimana di scuola.
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Riflessioni finali
La scuola pubblica italiana è una delle più stressanti in Europa, ma non è nemmeno paragonabile a ciò che viene percepito dagli studenti cinesi. In Cina, il sistema scolastico è altamente competitivo: gli studenti studiano per molte ore al giorno, sfruttando tutti i week-end, e devono affrontare esami come il Gaokao, un test di ammissione all’università durissimo e determinante per il loro futuro.
Al contrario, il sistema italiano, pur con le sue evidenti criticità, come le classi sovraffollate (le cosiddette “classi pollaio”), mancanza di strutture moderne e incertezze sul futuro lavorativo, fornisce un’istruzione ampia e variegata, sebbene altamente nozionistica e mnemonica. Da sottolineare anche che gli studenti italiani godono di vacanze estive più lunghe ed orari meno intensi rispetto ai coetanei asiatici.
In sintesi, la scuola pubblica italiana è altamente opprimente per moltissimi studenti, in quanto il sistema si basa ancora su programmi antiquati e teorici, lasciando poco spazio alla pratica e al pensiero critico. È evidente che il sistema andrebbe cambiato radicalmente. In un mondo in rapida evoluzione, è assurdo che l’informatica sia trattata come materia secondaria o addirittura assente. Le competenze digitali e la programmazione dovrebbero essere materie centrali, al pari di fisica o storia.
Insistere su un modello scolastico che forma studenti per un mondo che non esiste più significa solo alimentare stress e disillusione. È ora di costruire una scuola che prepari davvero al futuro, non al passato.
[1]: considerando per il biennio geostoria e per il triennio storia